LA VOCE DI SIRINGA
SIRINGA, è una Ninfa della famiglia Naiadi seguaci di Atena, figlia di Ladone. Le Naiadi, creature femminili delle acque dolci della terra sono riconosciute per le loro facoltà guaritrici e profetiche.
Della ninfa Siringa si innamorò perdutamente il Dio Pan divinità che abitava sulla Terra, dall’aspetto di un Satiro.
Pan, figlio di Ermes e della Ninfa Penelope, era un Dio potente e selvaggio legato alla Natura, alla foresta e le sue creature, all’abisso, al profondo. Dal suo nome deriva il sostantivo panico, originariamente timor panico o terror panico, poiché quando il dio si adirava emetteva urla terrificanti, provocando così una incontrollata paura.
Pan preso dal desiderio per la Ninfa Siringa volle a tutti i costi possederla contro il volere della Ninfa. Siringa fuggì al suo persecutore, scappava dall’amore del Satiro che non ammetteva rifiuto. Per non rimanere vittima del Dio giunse fino alle rive del fiume Ladone dove invocò l’aiuto delle Naiadi e della Dea della Terra Gea. Prego qualsiasi cosa pur di non essere posseduta dal Dio, e fu esaudita: il suo corpo venne tramutato in un canneto palustre. Gli steli delle canne al soffio del vento inziarono ad emettere un suono delicato, la voce di Sibilla.
Pan giunto al fiume scoprì che non avrebbe più potuto avere la sua amata. Ispirato dal suono armonioso prodotto dal canneto decise di prenderne dei pezzi e farne uno strumento musicale tutto suo, il flauto di Pan. Con questo gesto, aveva sempre con sé la sua amata. Da quel momento in poi ma più si staccó dal suo flauto e ancora oggi viene rappresentato con esso al proprio fianco.
Siringa con il suo gesto scelse lo spazio che abitava: in nome della sua scelta mutò la sua identità. Può parlare ancora o tace per sempre?
LE ACQUE DI SALMACE
SALMACE, ninfa Naiade della Terra dell’Anatolia abitava in una Regione denominata Caira.
Un giorno la ninfa si innamorò perdutamente del bellissimo Dio Ermafrodito che incontrò alla sorgente del suo fiume. Ermafrodito, figlio di Hermes e Afrodite, nasceva come Dio Maschile, dal bellissimo e vigoroso aspetto. La ninfa Salmace non poteva resistere al cospetto del Dio dai tratti possenti, tanto da avanzargli esplicite richieste di amore. Nonostante l’insistenza della ninfa il bel Dio la rifiutò, non volle unirsi a lei, né accogliere il suo amore.
Salmace non accettó il suo rifiuto, accecata dal desiderio di averlo accanto lo trascinò dalla sorgente del suo fiume verso le acque profonde. Qui fece una estrema richiesta agli Dei: quella di non separarsi mai più da lui.
Gli Dei risposero alla struggente preghiera della ninfa, che riuscí ad esaudire il suo desiderio di unione penetrando dentro di lui. Ermafrodito e Salmace furono così uniti in uno stesso corpo. Da quel momento nel corpo del Dio albergarono entrambe le identità, maschile e femminile.
L’amore della ninfa trasmutò per sempre l’identità del Dio.