Mamma guarda come sono diventata donna. Ah scusa, forse non te ne sei accorta ed un po’ non te l’ho permesso io; forse un po’ più di un po’.
Quando diventerai mamma ti renderai conto di quanto sia difficile esserlo.
A noi non ce l’ha insegnato nessuno come si fa a fare i genitori.
Non c’è mica il manuale per diventarlo.
Io non diventerò mamma.
Già, il manuale servirebbe. Così sapresti cosa hanno sbagliato e cosa non. Sapresti cosa hanno fatto giusto, perché qualcosa devono averlo fatto giusto per forza altrimenti non ti sapresti amare oggi, altrimenti non avresti questa forza di volontà, da qualcuno devi averla presa. Quel gene che mai s’arrende deve avertelo donato qualcuno per forza no?
Il rapporto tra figli e genitori è caratterizzato da abbracci, urla, frasi (come quelle succitate); poi ci sono anche le scuse, gli sguardi e i sorrisi. Perché poi si cresce, si impara che la vita non è lineare, semplice e giusta come pretendi da adolescente. Impari che alle ingiustizie bisogna sorridere a volte. Quindi perdoni i nervosismi, le carezze di troppo o quelle mancate.
Crescendo i genitori non sono più i supereroi di quando si era bambini, si iniziano a vedere i crolli, gli errori, le debolezze. Dapprima, c’è la rabbia perché non sono poi così all’altezza delle aspettative che sono cresciute con te, Figlia. Sei arrabbiata perché in fondo sei delusa, perché la mamma non è stata perfetta per quelle aspettative in cui, Lei, l’avevi disegnata perfetta. Si inizia a vedere che il pollo lo sai cucinare meglio tu in fondo, che nella pasta ci andrebbe più sale, che la tua cameretta ti piace di più come la sistemi tu. Cominci a vedere che in fondo quella sera è stata un po’ nervosa, che al mercato poteva essere più garbata con quella signora. Poi prendi la patente, e noti che la freccia non la mette mai e magari sarebbe meglio metterla. Ma poi se glielo dici iniziate a litigare perché quando guidi tu premi troppo sull’acceleratore; “hai il piede pesante come tuo padre”. Non sai nemmeno se è un insulto, una critica o una constatazione.
Crescendo si inizia ad avercela un po’ meno con loro, a dimenticarli quegli errori di cui si accusavano tanto, ad avere un po’ più di tenerezza nel cuore per quelle persone che si sono prese cura a modo loro.
Crescendo si impara ad amare sè stessi e ad amare loro che, in fondo, se lo meritano.
Crescendo succede una cosa un po’ strana: che il rancore e la rabbia si affievoliscono. Succede che la mamma è sempre la mamma, e il babbo è sempre il babbo. Sarà così per sempre, per tutta la vita. Sì, gli errori si sono fatti, sono successi quelli ormai e non ci si può fare granchè. Poi è anche vero che che dal tuo sangue che vi legherà per sempre esce una cosa strana. Esce un amore che mai avevi sentito così forte prima. Un amore così forte che sì, le litigate te le ricordi ma nemmeno troppo bene.
Perchè in fondo è la tua mamma.
Il mio psicologo, un giorno, mi ha detto che non tutti riescono anche in età adulta ad affrontare il “mostro” della figura della mamma. Ci vorrebbe comprensione, accettazione e perdono. Il perdono è difficile ma la strada la imbocchi bene quando c’è la comprensione, quando “io ti ascolto e comprendo”: io esco dal mio corpo e dalla mia testa e cerco di entrare nella tua, sotto la tua pelle così che posso credere a ciò che hai provato tu.
Questo è l’amore tra una madre e una figlia.
A seguire una poesia che urla “ti amo mamma anche se”, di Elisa Castiglioni.
ORIGINI
Fatti ulivo,
fatti corteccia sulle labbra
che nessuno mai ti poti,
fatti imponente
mai più impotente
fatti stabile nelle tue fragilità fiorite
fatti donna
fatti frutto in cui confidano per l’olio dell’anno,
quest’anno olio buono,
fatti bene,
fatti rarità in un mondo di mosche
fatti prato
fiorisci margherite di parole
segreti che mai nessuno scoprirà
incastrati tra le nuvole del cielo dei tuoi occhi
fatti natura e fatti madre
fatti donna tutta d’un pezzo
fatti donna che sa il fatto suo
perchè criticano senza saperli i fatti tuoi
senza saperli davvero
quindi devi saperli tu per loro.
Mamma mi son fatta donna,
fatti del bene tu ora
io so il fatto mio,
e un po’ anche il tuo
che a forza di amare una figlia difficile
un po’ te ne sei dimenticata.
Mamma, fatti quercia.