Ph Erika Belfiore, progetto INVOLUCRI 2020
Non Sentirsi in se stessi – Cenni e punti di contatto tra approcci clinici
Il Falso Se così come nominato venne teorizzato dall’autore Donald W. Winnicott (1896-1971), pediatra e psicoanalista britannico, che ha dedicato la sua pratica a casi clinici dell’età evolutiva. Ma cos’è il Vero Se? E il Falso Se? Il punto di vista dell’autore..
Il Vero Se è il sentimento di continuità dell’esistenza, una forma di percezione in cui ci si riconosce continuamente se stessi, in se stessi e con se stessi. Mente e corpo sono integrati: la sensazione di “sentirsi nella propria pelle, dentro la propria storia di vita”. Il Vero Se si sviluppa nell’infanzia dal Se nucleare a partire da un ambiente accudente “sufficientemente buono” (non perfetto o totalmente buono). In altre parole l’autore afferma che l’accudimento del caregiver debba ammettere una QUOTA DI SUFFICIENZA nella sintonizzazione con le esigenze somatiche e sensoriali del bambino. Questa quota può e deve permettere progressivamente graduali e limitate frustrazioni nella sintonizzazione (non sostituirsi a tutti i bisogni del minore) per una crescita funzionale, nel contesto di un ambiente accudente sufficientemente buono. Se le carenze ambientali sono però significative il Se nucleare, ancora fragile del bambino, viene esposto ad una frustrazione eccessiva non funzionale alla crescita, che conduce all’esperienza di annichilimento, creando uno spazio vuoto che in taluni casi tenderà ad essere riempito con la compiacenza all’ambiente e alle persone esterne, nutrimento del Falso Se.
Secondo l’autore TUTTI HANNO UN FALSO SE, quello che l’educazione obbliga ad acquisire per mantenere relazioni civili con i propri simili. In altre parole il Falso Se può assumere flessibilmente posizioni protettive per consentire al Vero Se di manifestarsi liberamente in talune circostanze. Al contrario l’organizzazione patologica del Falso Se avviene attraverso un processo di scissione in cui il Falso Se non rende più accessibile il Vero Se.
Sono i casi in cui nel mezzo dell’età della vita, o in questa società attuale anche nella prima vita adulta, ci sono persone che affermano di avere una sensazione di non partecipazione alla propria vita. “ è come se la vita che ho vissuto non sia davvero mia, come se avessi vissuto anni e anni senza essere presente a me stesso”.
Nel Falso Se non c’è un ‘esperienza di continuità graduale tra famiglia, famiglia e società, fino all’esperienza culturale più ampia. Il Falso Se patologico che ha totalizzato la psiche prevede un’interruzione del Vero Se, ciò implica che il rapporto con la realtà esterna è di COMPIACENZA: il mondo e i parametri della società vengono conosciuti come qualcosa in cui ci si deve inserire o richiede un adattamento. L’area intermedia di esistenza tra interno e esterno non emerge, l’esperienza dell’oggetto transizionale che facilita l’adattamento alla realtà esterna non si è compiuta adeguatamente e il soggetto “ADERISCE” alla realtà esterna. C’è un’Illusione di continuità, riflesso ideologico di una società nel quale la cultura universale si sostituisce e soffoca le identità particolari. Nel contesto sociale avviene che l’ambiente impone al gruppo i suoi bisogni posti come universali, e le identità Falso Se si mostrano compiacenti verso le richieste ambientali.
Per alcuni aspetti è possibile riconoscere diversi punti di contatto con la teorizzazione dell’ organizzazione di personalità dappica proposta da Vittorio Guidano (1944-1999) nella psicoterapia cognitiva post- razionalista, in cui le analisi dello stile di attaccamento infantile divengono una chiave di lettura rilevante per la comprensione delle personalità adulte. Ciò che tendenzialmente si è riscontrato nello stile di attaccamento dei bambini con tendenza dappica è la categoria di attaccamento evitante compiacente (Guidano, 2007).
Nell’epoca attuale post moderna l’organizzazione di significato tipo Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP, da cui organizzazione di significato dappica) è una delle organizzazioni di personalità più frequenti. Ciò che la caratterizza è il fenomeno per cui “l’identità e il senso di sé sono definiti e spiegati da criteri esterni, e il sentirsi definiti dall’esterno porta ad escludere gli aspetti sensoriali propri”. Tali organizzazioni non necessariamente esitano in disturbi alimentari come la denominazione potrebbe indurre, ma è la tendenza della persona a a sentirsi riconosciuto, a rendersi conto di chi sia e delle sue capacità solo attraverso l’esterno e il giudizio degli altri. Vittorio Guidano riconosce come le persone con organizzazione di significato dappicca vivano una vaghezza delle esperienze immediate, come se ci fosse una disconnessione tra esperienza immediata e categorie emotive. I ritmi fisiologici sono difficili da riconoscere. Lo stile interpersonale e sociale è legato a rispondere alle aspettative esterne, con la sensazione di dover raggiungere alti standard rispondenti alle richieste dell’ambiente circostante. Nelle relazioni affettive tendono a mettere in atto test, prove di conferme d’amore come se dubitassero la sostanza dell’amore dell’altro. I soggetti con una tale organizzazione di significato si trovano ad intingere rapporti in cui desiderano corrispondere alle aspettative dell’altro ma allo stesso tempo hanno paura, come se temessero di perdere un senso di Se.
Quali sono i criteri promossi oggi dalla società che gravita attorno a ciascuno di noi? Quali gli obiettivi proposti ? Quali i desideri da desiderare? Le identità Falso Se sono in aumento?
Scrive Bernanrd Pingau (1997) “allo stesso modo in cui nel trattamento clinico la destrutturazione del Falso Se implica dapprima una fase di regressione che permetterà al paziente di ritrovare la situazione di carenza iniziale per ristrutturare una propria e personale esistenza in cui la vita viene percepita come degna di essere vissuta, così il lavoro degli animatori (nella società) passa attraverso il ripristino di una espressione culturale propria”.
In linea con lo sguardo di questa rubrica in cui si intendono trovare le continuità tra quella che si definisce salute e patologia è importante sottolineare che ci sono organizzazioni personalità di questo tipo altamente adattate e flessibili. Sono persone tendenzialmente adeguate nei contesti pubblici, nei contesti formali ed estetici, molto spesso eccellenti nell’arte, nelle situazioni politiche, nella recitazione.
Bibliografia:
Vittorio Guidano (2007) “Psicoterapia cognitiva post-razionalista” Una ricognizione dalla teoria alla clinica, Francoangeli Editore, Milano, 2020
V. Bonaminio, A . Giannakoulas a cura di, (1997) “Il pensiero di Donald W. Winnicott”, Armando Editore, 2007
Qualsiasi articolo si legga sul web è riduttivo e sintetico, tutto ciò che viene presentato è molto più complesso della somma delle parole che leggete. Se qualcuno si riconosce in alcuni parti delle letture può significare molte cose, siamo prismatici con diverse intensità, dimensioni e complessità interne. Difficilmente siamo completamente identici a ciò che leggiamo o vediamo sul web o su qualsiasi libro, anche clinico
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Dott.ssa Erika Belfiore info@erikabelfiorepsicologa.it www.erikabelfiorepsicologa.it