Oggi, nel giorno della resurrezione di Gesù, vorrei introdurvi un libro, secondo il mio punto di vista, molto interessante: “The Last testament” di Jonas Bendiksen.
Jonas è un fotoreporter norvegese molto famoso, membro della Magnum Photos dal 2008 e presidente nel 2010. Prima di entrare nella famosa agenzia, Jonas ha vissuto alcuni anni in Russia con lo scopo di fotografare e raccontare luoghi a noi sconosciuti, i quali si dichiaravano indipendenti dal governo Russo. Da questa esperienza nascerà il libro Satellites, il cui nome deriva dalle sue famose foto di relitti satellitari ritrovati in Kazakistan.
Tornando all’argomento di oggi, il fotografo nel 2015 venne alla scoperta dell’esistenza sulla terra di sette uomini che dichiarano di essere il Messia e che sono nati per salvare i loro discepoli e la Terra. Alcuni di loro contavano un grosso numero di seguaci, altri invece, più sfavoriti, solo una manciata.
Il fotografo da sempre scettico riguardo questi nuovi salvatori, ne fu comunque attratto dal perchè lo facessero e dal perchè le persone li seguissero. Jonas in questo lavoro ha cercato un’approccio diverso dal fotogiornalismo: non ha voluto prendere una posizione e dare un giudizio sull’argomento, bensì ha voluto raccontare con le sue fotografie tutto quello che succedeva, ciò che veniva predicato all’interno di queste comunità.
In esse non si sentì né manipolato né obbligato a credere alle loro parole, motivo per cui rimase molto stupito. Trasse da ognuno di loro degli insegnamenti e in Siberia ebbe un’esperienza molto forte: venne a contatto con una società che riusciva a vivere in stretta armonia con la natura.
Per raggiungere ogni Messia, il fotografo ha viaggiato in ogni angolo del globo: Inghilterra, Brasile, Russia, Sud Africa, Zambia, Giappone e Filippine. Jonas documenta con ogni mezzo a sua disposizione, oltre ovviamente alla macchina fotografica, fa riprese video, interviste e scrive le sue esperienze al riguardo.
L’artista ci invita ad immaginare secondo il nostro credo chi secondo noi è il vero “Messia”. Trovo tale approccio stupendo, come se la risposta del libro risieda in ognuno di noi, proprio come il credo religioso. Oltre a ciò Jonas si sofferma sul perchè queste comunità al di fuori vengano considerate folli e respinte dalla società.
I loro seguaci hanno meno basi rispetto ai credenti di altre Religioni?
Dove sta il confine tra il credo e la delusione?
Chi può definire se un credo sia falso rispetto ad un’altro?
Queste sono le domande con le quali l’artista ci lascia riflettere.