C’è una stanza un po’ magica. Una di quelle che nel momento che chiudi la porta dietro di te ti accorgi di essere in un ambiente così lontano e fantastico, così imprevedibile che potrebbe accadere l’impossibile. Una di quelle stanze in cui potrebbe nevicare dentro o sbocciarvi la primavera, potresti essere in pericolo da creature che ti vorrebbero togliere la vita o arrivare alla fine della tempesta a vedere che alla fine ciò che rimane è il cielo sopra le nostre teste.
Entra pure a vedere nella mia.
Oggi nella mia stanza c’è un’aria confusa. sa di solitudine e di tante persone, sa di fragilità, di paura di rimanere sola ma non di restare da sola, paura dei momenti no in cui non mi sento forte, ma anche di forza di quando poi in realtà ce la faccio e mi rialzo da sola. Quest’aria è un po’ confusa come la mia testa, che a 24 anni ancora non so se il mio avvenire sarà forte o un fallimento totale, e non so nemmeno se il mio cuore dovrà soffrire ancora molto.
Ma poi quando sto male vado al mare che min dà tutte le risposte, o perlomeno mi aiuta a darmele da sola.
E tu sei come quella conchiglia morta chiusa
non ti raccolgono
non ti portano con loro
sei completa, non hai bisogno di niente
ci sarà chi ti vedrà speciale proprio per questo
ma poi sul comodino non ci stai
rotoli via
allora provano ad aprirti
ma dentro sei piena di sabbia bagnata
e le schifezze d’una vita passata
e allora sai cosa?
Preferiamo tutti le metà di conchiglia
più facili da lavare in mare.