Oggi parliamo di un libro molto speciale per me, un libro il quale mi ha trasportato agli albori della fotografia e alle storie tramandate dalle tradizioni. Mi sto riferendo a “Lunario” di Guido Guidi, un libro molto diverso dai lavori precedentemente pubblicati dal fotografo.
Guido Guidi, nato a Cesena, è uno dei più grandi maestri della fotografia italiana di paesaggio.
Da sempre è affascinato dagli oggetti elementari e dal paesaggio “povero” ovvero quel luogo dove la quotidianità regna sovrana e sovrasta ogni cosa; non ci fa rendere conto del paesaggio nel quale viviamo. I luoghi provinciali sono per lui fonte di dettagli e storie da raccontare.
Il fotografo utilizza la fotografia come mezzo per l’osservazione della realtà: essa va oltre il nostro sguardo quotidiano ed è rivolta verso il cielo, più precisamente alla luna.
Il titolo del libro deriva dall’almanacco, utilizzato soprattutto nelle zone di campagna dove venivano segnati i giorni e i mesi dell’anno, unitamente alle previsioni meterologiche.
Guido Guidi, che solitamente compone i suoi libri durante lunghe camminate e percorrendo svariati kilometri in automobile, in Lunario compie un viaggio quasi mentale nel quale si mescolano ricordi d’infanzia con una dichiarazione d’amore verso la fotografia che ritorna ai suoi albori.
Ma cosa hanno in comune la fotografia e la luna?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro nel tempo: George Fabricius aveva scoperto nel 1500 che i materiali contenenti l’argento (cloruro d’argento) si alteravano se esposti alla luce e chiamò questa sostanza luna cornea.
Per ultima cosa, ma non meno importante rispetto al resto, i ricordi dell’infanzia del Fotografo: gli veniva negata la vista della luna prima di coricarsi la sera, perchè secondo antiche storie contadine i raggi lunari erano portatori di cattivi sogni. Al fotografo venivano descritti come terrificanti incubi ma, col crescere, scoprì che si trattava invece di sogni in grado di toccare la sfera erotica dei ragazzi.
In tutto il libro, Guido Guidi traspone una poetica dedicata alla Fotografia, che riesce a congelare e fissare il tempo: anche quando noi non ci saremo più la fotografia continuerà
ad esistere proprio come quel corpo celeste che ruota con la terra.
“Lunario” è un viaggio che parte da molto lontano e arriva a noi con fotografie raccolte dall’archivio dal 1968 al 1999, il libro è stato pubblicato dalla casa editrice MACK NEL 2020.