Solitamente alla parola cimitero si associa l’idea di tristezza e desolazione, ma tutto cambia a “Cimitirul vesel”.
Questo cimitero, conosciuto anche come cimitero gaio o cimitero allegro, si trova nel paese di Sapanta, nel distretto di Maramures, nella Romania del Nord.
Qui il tempo sembra essersi fermato, a Sapanta gli abitanti vestono ancora gli abiti tradizionali, vendono le proprie grappe artigianali nel cortile delle loro case, e vivono la vita lentamente.
Mentre ci si perde tra le vie strette, spesso attraversate da calessi trainati da cavalli, svetta l’edificio principale del complesso cimiteriale, in tipico stile naif-britannico, con le sue tombe decorate con colori vivaci, principalmente su una base sui toni del blu.
Ognuna delle steli funerarie rappresenta una scena della vita, la causa della morte del defunto o una particolarità che descriva la persona sepolta.
L’aspetto particolare è che le poesie inscritte, seppure a volte presentino note nostalgiche, sono quasi sempre poesie in rima con un tocco ironico e divertente.
Tutti gli epitaffi sono stati raccolti e tradotti nel libro “Le iscrizioni parlanti del cimitero di Săpânța” dal professor Bruno Mazzoni (edito da Ets, 1999)
Il primo epitaffio dai toni divertenti fu creato da Stan Ioan Pătraș, un artigiano locale che ideò il progetto, partendo dalle tradizioni valacche, che vivevano il momento del trapasso come un momento di gioia e festa, occasione per canti, balli e pasti commemorativi in onore del defunto.
L’idea è fortemente connessa anche alla tradizione dei Daci, che credendo nell’immortalità, consideravano la morte come il passaggio ad una vita migliore.
Grazie alle sue poesie allegoriche, ai curiosi tetti che coprono le tombe e ai curiosi mosaici che le compongono, abbiamo quindi la possibilità di sbirciare antiche tradizioni, che erano state sovrastate dall’avvento della chiesa Europea e delle ideologie cristiane.
Una delle epigrafi più divertenti è sicuramente quella dedicata a Dumitru Holdis, che recita così:
«Ţuica e curat venin
Ea aduce plâns și chin
Că și mie mi-o adus
Moartea sub picior m-o pus
Cui îi place țuica bine
Va pății așa ca mine
Că eu țuica am iubit
Cu ea-n mână am murit
(Aici odihnește Dumitru Holdis a trăit 45 de ani mort de moarte forțată la 1958)»
Potrebbe essere così tradotto:
«La grappa è un veleno puro / che porta pianto e tormento / Anche a me li ha portati / La morte mi ha messo sotto i piedi.
Coloro che amano la buona grappa / Come me patiranno / Perché io la grappa ho amato / Con lei in mano sono morto.
(Qui giace Dumitru Holdis, vissuto 45 anni, morto di morte forzate nel 1958)»
La peculiarità delle quasi 800 tombe presenti ha reso il “Cimitirul vesel” la principale attrazione della regione, ed un museo etnografico all’aperto di grande rilevanza storica.
Oltre a ciò, il cimitero è considerato un luogo simbolo per il messaggio che veicola e per le particolarità che propone, di cui i romeni possono senz’altro andar fieri.